giovedì 25 ottobre 2007

(traduzione della canzone "Child in time" dei Deep Purple, 1970)

martedì 23 ottobre 2007

Rivoluzione Radiohead: il nuovo album si può scaricare (legalmente) dal Web

Le ultime notizie provenienti dal mondo discografico sono chiare. Qualcosa si sta muovendo nel mondo delle major. Le etichette più importanti dell’industria musicale, infatti, stanno iniziando a studiare nuove forme di business.
Ma nello stesso tempo si danno da fare anche gli artisti, cercando nuove forme per la promozione e la distribuzione della loro musica. Una scelta che vede protagonisti i Radiohead per il lancio del loro nuovo disco: si chiama «Up to you» e significa «Sta a te». Un riferimento alla tariffa liberamente scelta dall'utente per scaricare l'ultima creazione dei Radiohead. E se la band di Thom Yorke ha fatto bene i suoi conti evidentemente l'operazione conviene: il loro nuovo album, intitolato "In Rainbows", dal 10 ottobre è in...vendita sul sito web del gruppo a un prezzo deciso dal pubblico. Meglio, da ogni singolo fan al momento dell'acquisto. Valgono tutte le cifre, non c'è un minimo prefissato. E' sufficiente andare sul sito e scegliere la modalità download. A questo punto si fissa il costo considerato equo, a propria totale discrezione, e si riceverà immediatamente un codice di attivazione che si potrà utilizzare dal 10 ottobre, data a partire dalla quale il settimo cd della band di Oxford sarà disponibile. Dai pochi centesimi al prezzo di mercato, l'operazione viene eseguita comunque con successo, qualsiasi cifra venga inserita.
Con i brani l'utente scaricherà anche la grafica di copertina e del cd, in modo da poter realizzare in proprio l'album completo (anche se ovviamente si potranno anche metter i brani soltanto su un lettore mp3). È utile però sapere che la formula promozionale non è l'unica opzione offerta dal gruppo e che l'utente potrà anche scegliere di avere "In Rainbows" in formato discobox, ovvero un cofanetto di lusso contenente due cd, due vinili, testi, foto e storia del gruppo al costo, questo sì fissato e non trattabile, di 40 sterline. Insomma il gruppo inglese non conosce mezze misure e si rivolge un po'al popolo del download, poco esigente e solito a scaricare pezzi isolati dalla rete.
Resta, però, il fatto che la band è da tempo senza casa discografica (dopo la chiusura del contratto con la Emi) e questa scelta molto moderna è sicuramente una conseguenza e una condizione al tempo stesso del loro essere orfani di una major. E mentre ci si chiede se l'inedito esperimento porterà o meno il successo sperato, una risposta comincia già a venire dai media: il tam tam che ha dato evidenza all'annuncio è vistoso e corale, tutti ne parlano, gli accessi al sito dei Radiohead si moltiplicano. E le etichette tremano.

lunedì 22 ottobre 2007

Un pò di satira

Pubblico un pezzo tratto dal quotidiano "L'Unità" di oggi: fa molto ridere, ma anche riflettere. Spero che il direttore e i redattori del quotidiano mi scuseranno. Leggete con attenzione...
"Ci voleva un terremoto per rimettere mano alla Casa delle Libertà. Le primarie del Partito Democratico hanno creato delle grosse crepe dentro la faraonica costruzione del Cavaliere, che per fortuna conosce anche l'arte del muratore. "Datemi una cazzuola e vi risolleverò il partito" avrebbe detto prima di stupire ancora una volta tutti e brevettare un nuovo meccanismo di partecipazione poli-fami-aziendale: le primarie del Partito delle Libertà. La grande novità sta nel pluralismo delle candidature, risultato di una vera discussione democratica all'interno della CdL. I candidati a leader sono, infatti, tre: Silvio Berlusconi, Piersilvio Berlusconi e Marina Berlusconi, per la quota rosa. Ben quattro le liste a sostegno: Con Berlusconi fino alla vittoria, sostenuta da Forza Italia, Con la Vittoria fino a Berlusconi, sostenuta dai Circoli della Brambilla, Per la famiglia Berlusconi, sostenuta dall'UDC e da alcune cosche, Mani tese per Berlusconi, sostenuta da AN. Pare, infine, che in cantiere ci sarebbe una quinta lista: Berlusconi Duce d'Italia, sostenuta dal variegato universo delle sigle di destra. Fra le categorie più rappresentate nelle liste troviamo stallieri, scrittori (di pizzini), nullatenenti, piduisti, veline, letterine, spioni, chirurghi plastici e fotografi. I seggi sono stati allestiti presso gli studi dei commercialisti, le sedi Mediaset, i cortili delle carceri in regime di 41 bis, le osterie bergamasche. Per votare bisogna versare minimo 100 euro (solo in contanti) ed esibire un documento di identità, il certificato penale e, se donna, il tanga. La data delle primarie? Tra il 31 dicembre e l'1 gennaio, dalle 23.00 alle 6.00, per non fare concorrenza alle altre fiction."

domenica 21 ottobre 2007

La sinistra porta in piazza un milione di persone: Prodi è avvisato



Un tripudio di bandiere rosse e striscioni ha accompagnato la manifestazione voluta dalla sinistra radicale contro il precariato. Per gli organizzatori (i quotidiani "Liberazione" e "Manifesto", la rivista "Carta") è un trionfo: dal palco di San Giovanni, mentre continuava ad affluire gente, hanno stimato un milione di partecipanti. «Siamo tutti un programma» lo slogan del corteo. A sfilare, tra gli altri, anche Pietro Ingrao e Lella Bertinotti: «Sono qui a rappresentare unicamente me stessa. Sono una persona libera», ha detto la moglie del presidente della Camera.

I leader di Rifondazione Comunista e Pdci ribadiscono il pieno sostegno a Romano Prodi, ma il corteo con i suoi slogan boccia o comunque "rimanda" l'esecutivo. Dal welfare alla Tav, dalla base di Vicenza ai Dico fino alla sicurezza, il popolo della sinistra avvisa il premier: così non va, bisogna cambiare registro. Diliberto: «Sono comunista, ma non sono scemo. Non faccio una manifestazione contro me stesso. La piazza di oggi rappresenta uno stimolo, un incoraggiamento al governo perché migliori le cose. Chiediamo il rispetto del programma dell'Unione, a partire dal tema del precariato». Commenta, invece, Giordano, segretario del Prc: «Questo sono le nostre primarie e lo dico positivamente. Ora con questo popolo bisogna fare al più presto un soggetto unitario della Sinistra. Prodi vada avanti, raccogliendo le richieste di questa piazza perché sono le promesse che abbiamo fatto durante le elezioni». E Pietro Ingrao viene accolto da un'ovazione quando dal palco scandisce: «La lotta continua».
Fausto Bertinotti, che in passato aveva definito la partecipazione al alcune manifestazioni una «sgrammaticatura», ha sottolineato: «Conta assai di più se ci sono i giovani che se c'è qualche ministro». Poi Bertinotti ha espresso «grande soddisfazione» per l'andamento della manifestazione, che ha seguito in Tv e in radio.

«Il governo mantiene la sua rotta e ottiene i suoi risultati », ha detto il ministro del Lavoro Cesare Damiano negando che la manifestazione possa danneggiare il governo, ricordando come il protocollo abbia avuto il consenso di milioni di lavoratori e pensionati.
(Fonte: principali quotidiani italiani)

sabato 20 ottobre 2007

E' vera democrazia?



Un bambino irrompe con le sue risate nel dibattito televisivo tra i candidati alle primarie democratiche americane. Tutti, pubblico e candidati compresi, a ridere sbigottiti. Pur trovandoci anche noi nell'era di Internet, non siamo ancora in grado di offrire al mondo uno spettacolo del genere, vero o organizzato che sia. Con i toni aspri della nostra classe politica, una risata in più non farebbe certo male...

venerdì 19 ottobre 2007

Solo per iniziare...

LO STATO PENSA DI SCHEDARE TUTTI QUELLI CHE SCRIVONO SUL WEBIl Governo ha approvato il 12 ottobre scorso un Disegno di Legge di riforma dell’Editoria (Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale - disegno di legge 3 agosto 2007), che avrebbe seri effetti collaterali anche per chi ha un piccolo sito o un blog personale. Infatti, la legge prevederebbe che qualunque “prodotto editoriale” debba essere registrato al ROC, il Registro degli operatori di Comunicazione, con conseguenti costi. In realtà tecnicamente l’iscrizione al registro sarebbe gratuita, ma richiede numerose certificazioni, alcune delle quali in carta (danarosamente) bollata. L’oggetto del contendere è che per “prodotto editoriale” si intende “qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso”.
A prescindere che sia fatto o meno a scopo professionale, a prescindere che vi sia o meno scopo di lucro. E con la maggiore burocrazia, dal governo un altro regalo: se il Disegno di Legge venisse convertito in legge, potrebbe essere un forte inasprimento delle sanzioni penali in caso di diffamazione. Infatti, mentre la legge del 2001 non estendeva ai siti Internet i vincoli della Legge sulla Stampa, mentre il nuovo disegno di legge classifica la diffamazione in Internet come aggravata.
Il Governo cerca di stemperare gli animi, con parole che lasciano in realtà in parte perplessi (”Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile”, ha dichiarato Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio). Soprattutto, viene sottolineato che non sarà automatico che tutti gestori i siti debbano essere iscritti al ROC: sarà compito dell’Autorità per le Comunicazioni indicare, tramite regolamento, quali soggetti siano tenuti davvero alla registrazione. Lasciando l’interrogativo su come mai in Italia le Leggi del Parlamento decidano le procedure burocratiche, mentre ai regolamenti delle Authority possono decidere a chi si applichino o meno sanzioni penali.

(Fonte: La Repubblica)