LO STATO PENSA DI SCHEDARE TUTTI QUELLI CHE SCRIVONO SUL WEBIl Governo ha approvato il 12 ottobre scorso un Disegno di Legge di riforma dell’Editoria (Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale - disegno di legge 3 agosto 2007), che avrebbe seri effetti collaterali anche per chi ha un piccolo sito o un blog personale. Infatti, la legge prevederebbe che qualunque “prodotto editoriale” debba essere registrato al ROC, il Registro degli operatori di Comunicazione, con conseguenti costi. In realtà tecnicamente l’iscrizione al registro sarebbe gratuita, ma richiede numerose certificazioni, alcune delle quali in carta (danarosamente) bollata. L’oggetto del contendere è che per “prodotto editoriale” si intende “qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso”.
A prescindere che sia fatto o meno a scopo professionale, a prescindere che vi sia o meno scopo di lucro. E con la maggiore burocrazia, dal governo un altro regalo: se il Disegno di Legge venisse convertito in legge, potrebbe essere un forte inasprimento delle sanzioni penali in caso di diffamazione. Infatti, mentre la legge del 2001 non estendeva ai siti Internet i vincoli della Legge sulla Stampa, mentre il nuovo disegno di legge classifica la diffamazione in Internet come aggravata.Il Governo cerca di stemperare gli animi, con parole che lasciano in realtà in parte perplessi (”Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile”, ha dichiarato Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio). Soprattutto, viene sottolineato che non sarà automatico che tutti gestori i siti debbano essere iscritti al ROC: sarà compito dell’Autorità per le Comunicazioni indicare, tramite regolamento, quali soggetti siano tenuti davvero alla registrazione. Lasciando l’interrogativo su come mai in Italia le Leggi del Parlamento decidano le procedure burocratiche, mentre ai regolamenti delle Authority possono decidere a chi si applichino o meno sanzioni penali.
(Fonte: La Repubblica)
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