lunedì 7 aprile 2008

Il teatrino della politica italiana


Inizia oggi l'ultima settimana della campagna elettorale che ci condurrà alle votazioni del 13 e 14 aprile. Negli ultimi giorni abbiamo assistito, come da copione, alle schermaglie, ai colpi bassi e alle polemiche fra i vari candidati alla Presidenza del Consiglio. Prima fra tutte quella sulle schede elettorali. Berlusconi ha infuocato il dibattito, parlando di schede confuse e incomprensibili; il Partito Democratico, con la nota di Dario Franceschini, ha risposto seccato: "Chi parla di schede elettorali ha paura di perdere". Poi, nella giornata di ieri, la dichiarazione di Umberto Bossi, grande Capo della Lega Nord: "Se necessario imbracceremo i fucili contro la canaglia centralista romana, che avrebbe pensato all'estremo inghippo delle schede confuse che inducono all'errore l'elettore".

E oggi, notizia dell'ultima ora, rincara la dose Roberto Maroni, ministro nel governo Berlusconi: "Qualcosa da dire sui fucili? Allora porteremo i cannoni". Siamo nel 2008, ma ancora in Italia non si conosce l'arte del buonsenso, del rispetto civile e della democrazia. Chi vota la coalizione Pdl-Lega deve sapere che voterà per Bossi, il Bossi dei fucili, ministro della Repubblica.

Doveva essere una campagna elettorale improntata soltanto sui programmi e sulle ricette per risolvere i gravi problemi del Paese, soprattutto dopo la forte ondata di antipolitica, invece i nostri politicanti tirano fuori per l'ennesima volta il loro lato peggiore. Veltroni, che nelle prime settimane di campagna aveva dimostrato un certo distacco da queste polemiche di bassa fattura insistendo solo sul programma, negli ultimi giorni ha parlato di sondaggi, di rimonta storica, di numeri: non proprio degli argomenti edificanti...

I cittadini vogliono delle risposte, delle certezze, vogliono il cambiamento. Nell'ultima settimana, solitamente, i candidati sparano le cartucce migliori del loro repertorio di promesse. Ma sono più che mai convinto che il 13 e il 14 aprile l'Italia non cambierà. Che si aprino le danze, signori, riapre il teatrino!

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